Fallimento – Concordato: sostegno al figlio in difficoltà economica

Mio figlio è socio di una società in nome collettivo che ha seri problemi economici. Posso avere problemi anch’io per questa cosa? Vorrei aiutarlo ma non so come fare e non vorrei combinare un pasticcio…

Sulla base dei pochi elementi a nostra disposizione rispondiamo sommariamente: anzitutto presumiamo che lei non sia socio / amministratore di questa s.n.c., quindi lei non rischia il fallimento. Speriamo poi che lei non abbia prestato fideiussioni bancarie per questa società ovvero per suo figlio, perché se così fosse prima o poi la banca, se la società non paga, verrà certamente a bussare alla sua porta (ma qui si apre un altro scenario).

Se poi suo figlio abitasse ancora a casa sua, ci sarebbe l’ulteriore problema che in caso di fallimento della snc, che comporterebbe l’automatico fallimento di suo figlio, prima o poi dovrà venire a casa sua il curatore fallimentare assieme al cancelliere del Tribunale, per inventariare i beni che sono pignorabili per legge (ad esempio, quadri, tappeti, TV, soprammobili…), presumendo che tutto quello che trova sia di suo figlio e non suo o di sua moglie o di altri conviventi: in questi casi bisogna dimostrare adeguatamente che suo figlio non ne è proprietario, altrimenti questi beni andranno venduti all’asta: insomma, un bel problema!

Se invece pensiamo a come aiutarlo, dipende molto dal fatto che la snc possa risanarsi o meno, o comunque se sia possibile liquidarla (evitando quindi il fallimento), trovando un accordo coi creditori, con un costo ragionevole.

Se infatti è ragionevole confidare in un risanamento, con tutti gli aggiustamenti aziendali conseguenti, forse vale la pena che aiuti suo figlio mettendogli a disposizione delle risorse finanziarie, commisurate ai bisogni ed alle sue disponibilità, da impiegarsi però con oculatezza! Se si devono mettere dei soldi in azienda, è infatti opportuno farlo solo nell’ambito di una ristrutturazione aziendale che permetta di portarla in efficienza ed un accordo con i creditori (ristrutturando il debito, anche con dilazioni o stralci), altrimenti i soldi immessi vengono consumati nella gestione e dopo poco tempo si torna al punto precedente, ma con i risparmi volatilizzati.

Se invece si va a liquidare la società per evitare il fallimento, vale lo stesso principio, ossia si mettono i suoi soldi nell’ambito di un accordo complessivo con tutti i creditori, altrimenti di nuovo lei rischia di buttare via i suoi risparmi a fronte del fatto che i creditori insoddisfatti facciano comunque fallire la società.
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